La
Marcialonga di Fiemme e Fassa è per ogni fondista una sorta di
mito, un traguardo da conquistare a tutti i costi. Chiunque abbia calzato
gli sci di fondo almeno una volta sogna di poter, un giorno, portare a
termine la maratona di fondo più spettacolare ed amata d'Italia
e dire con orgoglio "oggi c'ero anch'io".
La Marcialonga, del resto, è entrata a far parte dell'immaginario
collettivo fin dalla sua nascita, nel lontano 1971. Da allora, ha continuato
a coinvolgere migliaia di concorrenti (in media 5.000 per ogni edizione)
e di spettatori, sempre pronti ad affollare il percorso nella sua interezza
e ad incitare con calore e passione tutti i fondisti in gara. La storia
della Marcialonga è fatta soprattutto da queste migliaia di protagonisti
sconosciuti, dai concorrenti delle retrovie che arrancano verso il traguardo
finale e dalle migliaia di persone che partecipano, in modo più
o meno diretto all'evento. Dopo trent'anni, infatti, il fascino della
Marcialonga è ancora intatto anche tra i valligiani, che da sempre
collaborano con l'organizzazione per la riuscita della competizione e
regalano momenti indimenticabili ai partecipanti con il calore del loro
tifo.
Lo spettacolare tracciato di 70 chilometri fa il resto: un percorso affascinate
lungo due delle più belle vallate dell'arco alpino, al cospetto
delle inconfondibili vette dolomitiche, attraverso caratteristici paesi,
che regalano scorci davvero unici e diventano un ricordo indelebile nella
memoria di tutti i concorrenti. Tutti conoscono le immagini spettacolari
della partenza dalla piana di Moena, quando un fiume di fondisti arranca
lungo le prime erte nel tentativo di farsi spazio tra le migliaia di compagni
di avventura; tutti hanno visto almeno una volta l'emozionante arrivo
di Cavalese, con l'incoronazione del vincitore con l'alloro.
Sono queste le immagini che fanno della Marcialonga un autentico mito,
che si rinnova di anno in anno e che quest'anno ripropone l'appuntamento
domenica 27 gennaio 2002, con la ventinovesima edizione. Il calore della
gente, la cordialità degli addetti ai punti di ristoro, contribuiscono,
poi, a regalare intense emozioni a chi non corre con ambizioni di classifica;
i colori e i suoni della competizione rimangono scolpiti per sempre nella
memoria, mentre la soddisfazione di tagliare il traguardo a Cavalese ripaga
di ogni fatica.
Sport e spettacolo si coniugano in un cocktail riuscito che garantisce,
anno dopo anno, il successo della Marcialonga. Il folclore e l'ospitalità
delle valli di Fiemme e Fassa, mescolate con lo spirito di amicizia e
simpatia dei marcialonghisti, conferiscono alla manifestazione quel grado
bilanciato di competitività che quasi trent'anni fa le venne attribuito
dai suoi fondatori: Giulio Giovannini, Roberto Moggio, Mario Cristofolini
e Nele Zorzi.
Oggi quel fascino rimane inalterato. Con le ventotto edizioni già
riposte in archivio, la storia della Marcialonga è sempre piacevole
da rileggere:
· 1. edizione - 7 febbraio 1971 (Km. 65) - Sono 1.064 i fondisti,
in rappresentanza di otto nazioni, che danno vita all'esordio della Marcialonga
nel mondo dello sci nordico. E' il trentino Franco Nones, medaglia d'oro
tre anni prima nella 50 Km. delle Olimpiadi di Grenoble, a richiamare
un bagno di folla lungo il percorso. Ma pure la curiosità e la
novità di assistere a una gara di fondo aperta a tutti spinge la
gente in Fiemme e Fassa: la gara si trasforma in una sfida azzurra vinta
da Ulrico Kostner (3h 12' 51") davanti al favorito d'obbligo Franco
Nones (3h 17' 42") e Franco Manfroi (3h 19'11").
· 2. edizione - 30 gennaio 1972 (Km. 70) - Lo strabiliante successo
della prima edizione quadruplica il numero dei partecipanti: tra i 4.226
partenti si fa largo nelle prime posizioni il famoso Pauli Siitonen, diventato
celebre ai bisonti nelle vesti di "padre" del passo pattinato.
Il fondista finnico fa il vuoto alle sue spalle e conclude in 4h 13'15".
Solo lo svedese Karl Aake Asph riesce a contenere il ritardo dal vincitore
e conquista la seconda piazza (4h 15'12") davanti ad un altro finlandese:
Alpo Virtanen (4h 16'28"). Il trionfo nordico fa passare in secondo
piano il settimo posto dell'azzurro Felice Darioli, primo degli italiani.
· 3. edizione - 4 febbraio 1973 (Km. 70) - Viene superata la soglia
dei cinquemila partecipanti: per l'esattezza sono 5.373 a prendere il
via da Moena per affrontare la gara su un percorso perfettamente innevato.
Gli scandinavi, maestri in questa specialità, provocano subito
la selezione; in testa si forma un gruppetto di una dozzina di unità
e solo i nostri Chiocchetti e Biondini riescono a rimanere nella loro
scia. Nella salita finale lo svedese Lars Arne Boelling stacca gli avversari
e conquista la vittoria (3h 45'01") con meno di mezzo minuto sul
finnico Kalevi Oikarainen (3h 45'25"); terzo è l'italiano
Tonino Biondini (3h 48'36") che riesce a strappare uno scalino del
podio alla supremazia degli scandinavi.
· 4. edizione - 27 gennaio 1974 (Km. 50) - I volontari della Marcialonga
compiono il miracolo: trasportano oltre 15.000 metri cubi di neve dalle
montagne circostanti garantendo la percorrenza ai 6.520 partenti su un
tracciato ridotto di 20 Km rispetto a quello originale; partenza dalla
piana di Meida, anziché da Moena, e arrivo a Predazzo invece che
a Cavalese. La forte andatura conferisce un epilogo inusuale a questa
edizione: invece del solito campione, vince un norvegese del tutto sconosciuto
alle cronache sportive. Si chiama Magnar Lundemo che totalizza un tempo
di 2h 16'14"; secondo, a solo mezzo minuto, è lo svedese Lennar
Petterson (2h 16'46") mentre Tonino Biondini (2h 17"27"),
bissando il terzo posto dell'anno scorso, si riconferma il migliore degli
azzurri.
· 5. edizione - 25 gennaio 1976 (Km. 50) - Dopo la scarsità
di neve dell'anno precedente che ha portato all'annullamento dell'edizione
1975, e i dovuti scongiuri per una stagione cominciata bene ma poi proseguita
senza alcuna precipitazione nevosa, gli organizzatori riescono a ripetersi
nel miracolo del 1974 predisponendo il percorso ridotto già collaudato
due anni prima. Sono 4.536 i partenti e la gara annovera i migliori fondisti
azzurri, arrivati alla Marcialonga per contrastare l'egemonia scandinava.
Finalmente, dopo due medaglie di bronzo, Tonino Biondini riesce a coronare
il suo sogno di vincere la Marcialonga con un tempo di 2h 13'56",
battendo allo sprint il norvegese Berg Leif (2h 14'00"). Terzo posto
ad un altro azzurro: Luigi Ponza (2h 14'43") che con Biondini stava
perfezionando l'allenamento in vista delle Olimpiadi di Innsbruck. Al
decimo posto compare, per la prima volta alla Marcialonga, il nome di
Maurilio De Zolt.
· 6. edizione - 30 gennaio 1977 (Km. 70) - Si torna sul percorso
tradizionale, finalmente innevato in giusta misura e consistenza per poter
offrire una giornata indimenticabile ai 4.012 fondisti schierati al via.
De Zolt si rende protagonista con una lunga fuga solitaria per quasi sessanta
chilometri. Quando tutti lo danno per vincitore, rimane vittima di una
crisi di fame e nel finale viene raggiunto dal gruppetto dei suoi immediati
inseguitori. Tra loro il francese Jean Paul Pierrat coglie tutti di sorpresa
allungando il passo verso l'arrivo. Vince in 4h 05'06", rifilando
più di un minuto allo svedese Matti Kousko (4h 06'39") favoritissimo
dopo i suoi successi alla Vasaloppet del '74 e '76. Terzo è il
suo connazionale Erik Wappling mentre De Zolt deve accontentarsi del settimo
piazzamento.
· 7. edizione - 29 gennaio 1978 (Km. 70) - I 4.550 partenti festeggiano
la svolta storica nella leggendaria Marcialonga: vengono finalmente ammesse
alla gara anche le donne! Non dovranno più, come accadeva in passato,
travestirsi da maschi usando persino barba e baffi finti per non correre
il rischio della squalifica! La prima reginetta della Marcialonga è
la francese, simpatica e carina, Dominique Robert (6h 17'55"), arrivata
quasi due ore dopo il primo degli uomini, vale a dire l'azzurro Ulrico
Kostner (4h 28'07") già vincitore della prima edizione, che
ha battuto il mitico Pauli Siitonen (4h 28'41"). Maurilio De Zolt
(4h 29'17"), classificandosi terzo, riesce finalmente a salire sul
podio
· 8. edizione - 28 gennaio 1979 (Km. 70) - Chi sa rievocare una
Marcialonga flagellata da vento e pioggia? Di sicuro tutti i 3.562 che
sono partiti in questa edizione ricorderanno per tutta la vita l'immane
fatica di quella giornata passata su quella pista fradicia che non finiva
più. Una gara senza storia, decisa solo nel finale quando il finlandese
Jorma Kinnunen ( 4h 19'04") è sbucato alla chetichella dal
gruppone dei campioni sfidando le intemperie in cambio del gusto imparagonabile
del successo. Alle sue spalle l'austriaco Rudolf Kapeller (4h 20'51")
mentre il Grillo del Cadore, alias De Zolt, ha dovuto accontentarsi ancora
della terza posizione (4h 21'19"). Tra le donne la badiota Maria
Canins Bonaldi (4h 56'52") conquista la prima delle sue dieci vittorie
consecutive alla Marcialonga.
· 9. edizione - 27 gennaio 1980 (Km. 70) - Al via sono in 4.028
mentre all'arrivo, come imponeva il pronostico della vigilia, sventola
il vessillo dell'Unione Sovietica: Ivan Garanin (3h 31'23"), già
vincitore di una Vasaloppet, batte in volata il connazionale Alexander
Jurasov (3h 31'24") e l'inossidabile Pauli Siitonen (3h 31'25").
E' un arrivo mozzafiato e solo l'alleanza tra i due sovietici mette fuorigioco
l'esperienza del "vecchio volpone" Siitonen. Primo degli italiani
è Serafino Guadagnini, classificatosi dodicesimo. In campo femminile,
Maria Canins ( 4h 08'47") domina le avversarie infliggendo addirittura
più di tre quarti d'ora all'azzurra Silvia Giaccone, seconda classificata.
· 10. Edizione - 25 gennaio 1981 (Km. 70) - Nell'edizione del decennale,
contornata da festeggiamenti e varie manifestazioni, si presentano al
via in 4.657. Rispettato in pieno anche il pronostico di quest'anno con
lo svedese Sven Ake Lundbaeck che, dopo l'oro olimpico a Sapporo nel '72,
l'oro ai mondiali di Lahti nel '78, e una pioggia di medaglie nelle gare
nazionali e di Coppa del Mondo, ha chiuso in bellezza la sua carriera
stabilendo il nuovo record (3h 19'36") della Marcialonga. A una manciata
di secondi giunge il francese Jean Paul Pierrat (3h 19'44"), già
vincitore nel '77, e terzo è il sovietico Ivan Garanin (3h 20'26"),
primo assoluto nella precedente edizione. Ancora Maurilio De Zolt è
il primo degli italiani, ma questa volta ha dovuto accontentarsi del nono
posto. Senza storia la Marcialonga "rosa" con il terzo successo
di Maria Canins (4h 23'27") che ha surclassato tutte le sue avversarie.
· 11. edizione - 31 gennaio 1982 (Km. 70) - Sono in 4.685 i partenti:
neve abbondante e ideale per dar vita ad una gara veloce ed emozionante.
Fin dall'inizio si accende la sfida in casa degli scandinavi, con svedesi
e norvegesi ad avvicendarsi al comando. La tattica usata dai norvegesi
funziona meglio di quella svedese e finnica, e così Dag Atle Bjorkheim
conquista vittoria e primato (3h 18'44") con l'aiuto del suo connazionale
Magnar Rismyhr (3h 19'09") arrivato secondo. Terzo posto di consolazione
alla Svezia con Ola Hassis (3h 19'37"). Renzo Chiocchetti, sesto,
è il primo degli atleti azzurri mentre Maria Canins Bonaldi colleziona
il suo quarto alloro consecutivo (3h 49'40"), migliorando il suo
precedente primato.
· 12. edizione - 30 gennaio 1983 (Km. 60) - Un altro inverno avaro
di neve saluta i 4.302 concorrenti che dovranno raggiungere il traguardo
anticipato a Predazzo. Per tutta la gara l'austriaco Mayer tallona il
nostro De Zolt, alla ricerca del suo primo alloro nella Marcialonga. Ma
pure questa volta il "Grillo" deve dare l'addio ai suoi sogni
di gloria: all'arrivo Mayer (2h 47'52") la spunta per un metro e
De Zolt (2h 47'53") deve accontentarsi di recitare il ruolo di damigella
d'onore. Terzo classificato lo svedese Lasse Frykberg (2h 48'15")
che ha tentato invano di raggiungere il tandem Mayer - De Zolt, in fuga
da metà gara. Tra le donne, quinto successo per Maria Canins Bonaldi
(3h 11'36") con la solita finlandese Sisko Kainulainen alle sue spalle.
· 13. edizione - 29 gennaio 1984 (Km. 70) - Nasce la Minimarcialonga,
gara sulla distanza di tre chilometri per i ragazzi di età compresa
tra i sei e dodici anni. Nella classica di Fiemme e Fassa riservata agli
adulti si presenta, fra i 3.925 partenti, l'agguerrita pattuglia svedese
che non nasconde le proprie ambizioni di vittoria. Difatti gli atleti
svedesi si insediano al comando fin dall'inizio e solo lo statunitense
Endestad riesce a mantenere il loro ritmo. Finisce con Bengt Hassis (3h
33'19") che stacca di un mezzo minuto abbondante il connazionale
Lasse Frykberg (3h 33'53") e l'americano Audum Endestad (3h 34'02")
chiude al terzo posto. Il primo degli azzurri è Renzo Chiocchetti,
soltanto in sedicesima posizione. Ancora prima tra le donne Maria Canins
(4h 00'56") e seconda la finnica Kainulainen.
· 14. edizione - 27 gennaio 1985 (Km. 70) - Fra i 4.561 schierati
sotto lo striscione della partenza c'è aria di festa: la fitta
nevicata del giorno prima, il sole che sta per illuminare il blu cupo
dell'alba e la vittoria di De Zolt ai mondiali caricano di entusiasmo
gli atleti azzurri che vogliono riprendersi il titolo della maratona di
Fiemme e Fassa ad otto anni dall'ultimo successo di Ulrico Kostner. Giulio
Capitanio e Sepp Ploner eseguono a puntino il "treno" per Giorgio
Vanzetta, reduce con una medaglia d'argento dai mondiali di Seefeld e
deciso a far sua la Marcialonga. Ci riesce staccando tutti a metà
gara e presentandosi da solo sotto lo striscione di arrivo, fermando il
cronometro sul tempo di 3h 29'06". Questa volta sono gli svedesi
a doversi accontentare dei piazzamenti d'onore con Bengt Hassis (3h 29'35")
e Orjan Blomqvist (3h 29'40"). Il glorioso successo azzurro viene
suggellato dalla settima vittoria di Maria Canins (3h 52'12") che
ha ancora la meglio sulla Kainulainen mentre Bice Vanzetta, sorella di
Giorgio, s'inserisce al terzo posto della classifica femminile.
· 15. edizione - 26 gennaio 1986 (Km. 70) - Partono in 4.963 e
tra loro c'è anche lo scatenato De Zolt, deciso a dettar legge.
Si piazza al comando del serpentone fin dall'inizio, tallonato dallo svedese
Blomqvist e dallo svizzero Hallenbarter che tenta di superarlo all'ultimo
chilometro. Il "Grillo" però questa volta non si lascia
sorprendere e resiste a denti stretti bruciando l'elvetico allo sprint.
De Zolt (3' 04'29") stabilisce il nuovo record e Konrad Hallenbarter
(3h 04'31") porta la Svizzera per la prima volta sul podio della
Marcialonga. Ancora bronzo di consolazione, come nella precedente edizione,
allo svedese Orjan Blomqvist (3h 04'45"). Nuovo record e ottavo alloro
consecutivo, invece, per Maria Canins Bonaldi (3h 33'55"), che ancora
una volta relega al secondo posto l'eterna rivale Sisko Kainulainen.
· 16. edizione - 25 gennaio 1987 (Km. 70) - Nessuno, tra i 5.125
fondisti al via, avrebbe mai scommesso su una vittoria a pari merito.
Eppure è successo con Maurilio De Zolt che, al fotofinish, ha tagliato
il traguardo nel medesimo istante dello svedese Anders Blomqvist. E' un
arrivo simile a quello di una volata ciclistica, con un grappolo di uomini
che hanno dato vita a uno sprint inusuale per una gara di sci di 70 chilometri.
A Maurilio De Zolt e Anders Blomqvist i giudici assegnano la vittoria
ex aequo con il tempo di 3h 05'05"; l'italiano Albert Walder (3h
05'06") è terzo alle loro spalle. Nel giro di due secondi
si classificano sette concorrenti, di cui quattro svedesi. E' per questo
che i piazzamenti di De Zolt e Walder valgono il doppio. Con 3h 44'e11"
Maria Canins aggiunge un'altra vittoria alle otto già conquistate
nella Marcialonga di Fiemme e Fassa.
· 17. edizione - 31 gennaio 1988 (Km. 64) - Al via si presentano
in 5.245. Il percorso è stato ridotto nella parte finale di sei
chilometri e anche in questa edizione è Maurilio De Zolt a fare
l'andatura. Salire sul gradino più alto del podio per il terzo
anno di fila sarebbe un lusso che pochi si possono concedere. Ma questa
volta è il forestale Walder ad infrangere i sogni di gloria del
"Grillo" e dell'elvetico Hallenbarter, per la terza volta consecutiva
battuto allo sprint. Solito fotofinish, divenuto ormai una prassi per
l'alta levatura tecnica della Marcialonga, ma in questa circostanza il
verdetto è inconfutabile: vince Albert Walder (2h 36'43")
davanti a De Zolt e a Konrad Hallenbarter, tutti e tre classificati con
lo stesso tempo. Poco dopo, in un tripudio di folla, Maria Canins (2h
57'50") infila la sua decima corona di alloro consecutiva, un record
destinato forse a rimanere imbattuto negli annali della Marcialonga.
· 18. edizione - 26 gennaio 1991 (Km. 70) - Dopo due anni di...
vacanze estive (la persistente assenza di neve ha costretto gli organizzatori
ad annullare la Marcialonga per due volte consecutive), si torna sul tradizionale
percorso da Moena a Cavalese. In 4.492 si ritrovano alla partenza e lo
scalpitante De Zolt vuole vincere a tutti i costi: è l'anno dei
mondiali di Fiemme e gli azzurri non vogliono sfigurare nella Signora
delle Gran Fondo, come tale è considerata la Marcialonga. A 15
Km. dall'arrivo il "Grillo" insiste in una sequenza di scatti
a ripetizione che frazionano il gruppo dei primi. Questa volta non c'è
la volata finale: De Zolt si presenta tutto solo e vince (2h 54'13")
migliorando il record della manifestazione che egli stesso stabilì
nell'86. Lo svedese Ander Blomqvist (2h 54'43") nulla può
contro la potenza e la caparbietà del "Grillo" bellunese
e si accontenta della piazza d'onore precedendo il russo Andrey Kukrus
(2h 55'01"). In campo femminile, tramontato il glorioso decennio
Canins, comincia l'epoca Dal Sasso: Guidina, alla sua prima Marcialonga,
conquista titolo e primato (3h 16'29").
· 19. edizione - 26 gennaio 1992 (64 Km.) - Tracciato ridotto anche
per questa edizione e per i 4.352 concorrenti, sei chilometri in meno
rappresentano pur sempre un bella dose di fatica risparmiata. Ma non per
Maurilio De Zolt, reduce dal titolo italiano conquistato nella 50 Km.
di Sappada e partito con l'intento di conquistare la sua quarta vittoria
alla Marcialonga. Ci riesce alla grande fermando il cronometro sul tempo
di 2h 32'57". Sembra quasi un ritorno alle origini: podio tutto italiano,
come avvenne solo nella prima edizione, con De Zolt, Silvano Barco (2h
33'07") ed Elio De Martin Pinter (2h 33'25"). La classifica
femminile è dominata dalla russa Tatiana Bondareva, campionessa
mondiale juniores nell'87 e nell'88.
· 20. edizione - 31 gennaio 1993 (Km. 55) - Ancora un anno di sole
e... primule! Peccato, perché gli organizzatori ci tenevano tanto
a festeggiare il ventennale sul classico percorso di 70 Km. Al via si
presentano in 4.823 e De Zolt rimane imbottigliato proprio alla partenza,
lasciando scappare il campione russo Michail Botvinov che gareggia in
perfetta solitudine fino al traguardo, vincendo in 2h 02'01". De
Zolt è comunque secondo (2h 04'06") mentre lo spagnolo Juan
Gutierrez, che vincerà poi nel '99, si piazza al terzo posto (2h
04'14"). Trionfo russo anche fra le donne; Tatiana Bondareva conquista
l'alloro precedendo le connazionali Nataljia Tschernych ed Eugenia Bitchougova.
· 21. edizione 30 gennaio 1994 (45 Km.) - Ancora neve scarsa e
ancora percorso ridotto fino a Predazzo. Tuttavia i 3.959 fondisti presentatisi
alla partenza non hanno disertato l'appuntamento con la classicissima
delle Gran Fondo, anche se avrebbero preferito sciare con qualche centimetro
di neve in più e qualche filo d'erba in meno. Gara corta e quindi
ritmo sostenuto: sul rettilineo d'arrivo si presentano in cinque e finisce
come nell'87, con uno sprint al fulmicotone che induce i giudici ad assegnare
la vittoria ex aequo a Silvano Barco e al tedesco Mühlegg (1h 47'40").
Proprio come avvenne sette anni prima, con la spartizione dell'alloro
tra De Zolt e lo svedese Blomqvist. Terzo posto per l'azzurro Gaudenzio
Godioz (1h 47'40") che, al fotofinish, ha avuto la meglio sullo spagnolo
Gutierrez e su Giorgio Vanzetta. Nella Marcialonga al femminile, ancora
un podio tutto russo grazie al successo di Elena Kalughina, seguita da
Anastasia Krivonogova e da Eugenia Bitchougova.
· 22. edizione - 29 gennaio 1995 (Km 65) - Per ragioni di sicurezza
viene mantenuto il percorso accorciato nell'ultimo tratto: 3.301 i partiti
con gran lavoro di italiani e svedesi al comando. E come recita un vecchio
adagio, tra i due litiganti il terzo gode. Il transalpino Herve Balland
ne approfitta e sfugge al controllo del gruppetto di testa vincendo (2h
4'10") a sorpresa e riportando le note della marsigliese in Val di
Fiemme dopo diciott'anni dalla vittoria di Pierrat. Lo svizzero André
Jungen (2h 34'15") è secondo mentre l'italiano Davide Barbazza
(2h 34'16"), con il suo terzo posto conquistato d'un soffio sul compagno
di squadra Faustino Bordiga, consente ai colori azzurri di sventolare
sul podio per la nona volta consecutiva. Eugenia Bitchougova finalmente
conquista la sua prima vittoria fra le donne, precedendo l'austriaca Maria
Theurl. Maria Canins si piazza al quarto posto.
· 23. edizione - 28 gennaio 1996 (Km. 70) - Si torna sul tracciato
classico che viene affrontato dai 3.941 concorrenti. Percorso velocissimo
e condizioni ideali per migliorare il primato, anche per le modifiche
e i tanti accorgimenti che hanno reso più scorrevole la pista.
Tre italiani (De Zolt, Vanzetta e Pozzi) e uno spagnolo (Ribo) ravvivano
la gara fino all'ultimo chilometro, presentandosi poi da soli sul rettilineo
finale di Cavalese. Nell'ennesimo sprint al fotofinish della Marcialonga
vince Maurizio Pozzi (2h 40'29") e migliora il record stabilito nel
'91 da De Zolt. Vanzetta conquista la piazza d'onore mentre l'iberico
Jordi Ribo, sempre con lo stesso tempo di Vanzetta e Pozzi, riesce ad
inserirsi al terzo posto davanti a De Zolt. Seconda vittoria e record
anche per Guidina Dal Sasso (3h 00'16") che, tornata a gareggiare
nella classicissima di Fiemme e Fassa, si mette alle spalle le blasonate
avversarie russe.
· 24. edizione - 26 gennaio 1997 (Km. 70) - Fra i 3.723 partiti,
si rivede quel Michail Botvinov, campione di indiscusse qualità,
che annuncia di esser tornato in Val di Fiemme per bissare il successo
del '93. Parte in quarta francobollato a vista da Vanzetta, Barco e da
Gutierrez. I quattro guidano la testa del serpentone per l'intera gara
fino a quando lo zar Botvinov decide, sulla salita finale, di farla finita.
E se ne va, tutto solo, presentandosi al traguardo (2h 49'52") davanti
all'iberico Juan Gutierrez (2h 50'04") e al nostro Silvano Barco
(2h 50'07"). Nella categoria femminile le russe non riescono nemmeno
questa volta ad avere la meglio su Guidina Dal Sasso che vince la sua
terza Marcialonga (3h 08'32") davanti alla Bitchougova e alla Grigorieva.
· 25. edizione - 25 gennaio 1998 (Km. 63) - Dal plotone dei 4.506
concorrenti, si mettono subito in luce il solito russo Botvinov, seguito
nella scia dagli azzurri Bordiga, Vanzetta, Zorzi e dagli iberici Gutierrez
e Ribo. E ripetendo il copione delle passate edizioni, il russo, che corre
in Coppa del Mondo per la nazionale austriaca, nel finale saluta tutti
e se ne va. Conquista la sua terza vittoria alla Marcialonga (2h 28'31")
mentre lo spagnolo Juan Gutierrez (2h 28'49") deve ancora accontentarsi
del posto d'onore. Faustino Bordiga (2h 29'04") precede la pattuglia
azzurra conquistando il terzo posto. Fra le donne ancora un successo per
Guidina Dal Sasso (2h 48' 43"), che precede la russa Slesareva. Torna
sul podio anche Maria Canins, ottenendo il terzo posto in classifica.
· 26. edizione - 31 gennaio 1999 (Km. 70) - Poco meno di 4.000
fondisti al via, tra cui il tedesco Mühlegg, affiliato però
alla federazione iberica, dato per favorito assieme al suo connazionale
(si fa per dire) Juan Gutierrez, alla ricerca di quella vittoria strappatagli
da Botvinov nelle ultime due edizioni. I due iberici s'involano in una
fuga durata tutti i settanta chilometri e negli ultimi cento metri Johann
Mühlegg, che avrebbe ancora tanta di quella birra in corpo da spendere,
si ferma ad aspettare l'amico Juan Jesus; lo piglia sottobraccio e insieme
i due tagliano il traguardo (2h 56'10"). E' la terza volta che la
vittoria della Marcialonga viene assegnata ex aequo. Ma questa volta il
fotofinish non è servito. I due erano d'accordo per scrivere un
simile epilogo all'ultima Marcialonga del millennio che se ne va. E bravo
è stato anche Gaudenzio Godioz (2h 58'38") che, classificandosi
terzo davanti a Vanzetta e allo statunitense Swenson, ha dato all'Italia
il tredicesimo podio consecutivo. Nella categoria femminile Guidina Dal
Sasso (3h 24'29") ha collezionato il suo quinto successo battendo
la quotata russa Nadiy Simak.
. 27. edizione - 30 gennaio 2000 - Il 2000 segna la nascita della FIS
Marathon Cup, la Coppa del Mondo delle maratone di fondo a cui ha dato
il via proprio la Marcialonga. I 4382 iscritti prendono il via sotto un
fastidioso nevischio che non impedisce però a Maurizio Pozzi e
Fulvio Valbusa di prendere subito il comando tallonati da un drappello
di 12 atleti agguerriti, guidati dagli uomini delle Fiamme Gialle. La
discesa da Canazei è resa difficoltosa dal fondo inzuppato d'acqua,
dopo che la neve si è trasformata in un'insistente pioggerella.
Come sempre è la salita finale a determinare l'esito della gara:
Fulvio Valbusa rompe gli indugi e sferra l'attacco decisivo riuscendo
a mettere qualche centinaio di metri tra sé e gli immediati inseguitori.
Un vantaggio che rischia di sprecare sul traguardo quando rallenta il
passo per festeggiare, tra le ovazioni del pubblico. Il valdostano Follis
e il trentino Giacomel per poco non approfittano della distrazione dell'azzurro
che riesce comunque a tagliare per primo il traguardo con il tempo di
3h 08'33.2'', precedendo di pochi centesimi Leonardo Follis (3h 08'33.7'')
e Fabio Giacomel (3h 08'33.9''). In campo femminile la sfida è
tra l'azzurra Sabina Valbusa e la russa Svetlana Nageikina. Vince la russa,
scattata sulla salita finale, che chiude con il tempo di 3h 14'49''. Stremata
dallo sforzo nel tentativo di tenere il ritmo della vincitrice, la Valbusa
chiude al terzo posto (3h 17'39'') alle spalle anche dell'austriaca Maria
Theurl (3h 16'21'').
. 28. edizione - 28 gennaio 2001 (Km. 70) - La ventottesima edizione della
Marcialonga parla ancora una volta straniero. Moena, la "Fata delle
Dolomiti", ha visto la partenza dei 4.200 iscritti. La gara, svoltasi
in una splendida cornice di sole, procede con regolarità fino ai
piedi della "cascata", la temibile salita finale che porta a
Cavalese, da sempre punto decisivo per la conquista della vittoria. Fino
ad allora i migliori avevano viaggiato compatti, con gli uomini delle
Fiamme Gialle di Predazzo e delle Fiamme Oro di Moena sempre in prima
fila. Appena il terreno ha iniziato a salire è scoppiata la bagarre
con Giorgio Vanzetta, dato tra i favoriti, attardato a causa della rottura
di un bastoncino e gli altri italiani incapaci di rispondere all'attacco
di Juan Jesus Gutierrez, ancora una volta grande protagonista. Gli unici
riusciti a tenere il passo dell'iberico sono stati l'austriaco Alois Blassnig
e il francese Stephane Passeron, che comunque nulla hanno potuto contro
il veemente sprint finale di Gutierrez, andato così a conquistare
la sua seconda vittoria alla Marcialonga dopo l'affermazione ad ex-aequo
del 1999 con Johann Mühlegg. Dietro a lui Blassnig e Passeron nell'ordine,
mentre il primo degli italiani è stato il forestale Roberto de
Zolt, piazzatosi al 4° posto ad una manciata di secondi dal primo
arrivato. Senza storia la competizione femminile con il dominio incontrastato
della russa Irina Skladneva, sempre in testa dall'inizio alla fine, che
ha preceduto la connazionale Nadezhda Slesareva e Eugenia Bitschougova,
russa naturalizzata italiana alla sua decima Marcialonga.
. 29. edizione - 27 gennaio 2002 (Km. 70) - Anche nel 2002 spetterà
alla Marcialonga l'onore di inaugurare la FIS Marathon Cup, la prestigiosa
Coppa del Mondo delle maratone di fondo che, con sei competizioni di grande
fascino, eleggerà gli specialisti delle granfondo. La Marcialonga
è ormai un appuntamento fisso per la FIS Marathon Cup, a conferma
dell'ottimo lavoro svolto dal comitato organizzatore e del fascino esercitato
da questo evento che, anno dopo anno, continua ad essere la gara di fondo
più amata, più ammirata e affollata d'Italia. L'appuntamento
è dunque fissato per il 27 gennaio 2002, per scrivere un'altra
bella pagina di festa e di sport.
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